La storia di Catania è un fluire copioso, a tratti lento, ricco di imprevisti, che trae la sua origine da un vulcano. Una città che non esisterebbe senza la sua montagna, senza che l’Etna con le sue eruzioni ne avesse costituito il suo stesso suolo.
Terra ricca d’acqua, fertile e sul mare, terra contesa: dai gloriosi greci che la iniziano alla civiltà, ai romani che la ergono al rango di città imperiale. Una giovane, detta “la buona”, si muove tra loro: è Agata, futura martire e patrona di Catania. Ma nella memoria di un luogo c’è posto per i santi e molto di più. Un mago, Eliodoro, dalla cui leggenda avrà origine il simbolo della città: l’elefante.
L’arrivo degli arabi è una ventata di novità: portano i colori degli agrumi e del pistacchio, le loro ricette, e lasciano l’impronta nelle viuzze intricate del quartiere Civita. È un’epoca memorabile: convivono, e pacificamente, gli eredi dei greci, dei romani, gli arabi appena giunti e la comunità ebraica, che grande importanza ha per la storia catanese.
Catania cresce e si fa sempre più bella: nonostante le calamità del XVII secolo, una distruttiva colata lavica e un devastante terremoto, fa suo il motto dell’araba fenice, melior de cinere surgo, e si riveste del volto barocco fatto di pietra lavica e bagliori di pietra bianca.
L’Ottocento è il secolo delle rivoluzioni a cui si alternano le melodie di Vincenzo Bellini: tra un colpo di cannone e una Norma, si arriva all’unità d’Italia che cambia le sorti della città. Il Novecento vede Capuana, Verga, De Roberto, Martoglio, Brancati spianare la via a nuove correnti letterarie. Il fascismo continua a rinnovare Catania e il suo volto, ma senza alterarne la bellezza; saranno piuttosto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale a minarla, chiedendo per l’ennesima volta grandi sforzi di ricostruzione.
Oggi Catania è ancora la città barocca che stupisce per fervore e vitalità: con un piede nel passato e uno nel futuro, moderna e ricca di iniziative.