Sono 37 i comuni della provincia de L’Aquila e 135.000 i residenti su un altopiano contrassegnato fino a fine Ottocento dal lago Fucino, prosciugato definitivamente dai Torlonia. La Marsica, fin dalla preistoria, ha dovuto fare i conti con questo lago con emissario carsico al centro (è quel che rimane dell’invaso, denominato
Bacinetto) che a seconda delle ere geologiche saliva e scendeva di livello scompaginando colture e insediamenti.
La Storia di Avezzano e de La Marsica entra nel cuore dell’Abruzzo per raccontare un territorio dove i primi abitanti conosciuti furono i Marsi, popolo fiero della stirpe Sabellica che si è disseminato per tutta l’Italia Centrale e Meridionale, lasciando vestigia da Ancona a Taranto. Per quattro secoli si scontrarono con le
ambizioni espansionistiche di Roma, diventando poi le truppe scelte dell’esercito romano per volere di Giulio Cesare. Elementi di spicco della lega italica che aveva Corfinio come capitale sono rimasti famosi per il culto della dea Angitia e per essere incantatori di serpenti e curatori dei morsi dei serpenti.
Con il Cristianesimo arrivarono i primi martiri, Simplicio, Costanzo e Vittoriano decapitati vicino Celano, i primi santi, san Berardo dei Marsi, e il primo papa, Bonifacio IV. Nel Medioevo, il 23 agosto 1268, proprio 750 anni fa, sui Piani Palentini venne combattuta la battaglia di Tagliacozzo che culminò con la sconfitta di Corradino di Svevia e l’uscita di scena della sua dinastia. Gli Angioini prima e gli Aragonesi poi fecero della Marsica terreno di conquista, per mano di due famiglie romane, gli orsini e i Colonna.
Il brigantaggio fu presente in questa regione dal Settecento alla caduta dei Borboni per mano di Garibaldi. Anche dopo l’Unità d’Italia imperversò nella zona fino al definitivo prosciugamento del lago Fucino da parte del principe Alessandro Torlonia, che liberò 165km quadrati di terreno dalle acque, l’1 ottobre 1878, e si impossessò delle terre. Non migliorò molto la condizione dei contadini del Fucino. Nel 1915 il terribile terremoto provocò tantissime vittime lasciando strascichi giunti fino a noi, le cosiddette casette antisismiche che molti marsicani hanno riscattato facendole diventare abitazioni a più di un secolo dal sisma.
Nel Novecento la storia della Marsica è stata contrassegnata da numerosi personaggi di spicco, ma anche pittoreschi, da Vito Taccome, campione di ciclismo conosciuto come il Camoscio d’Abruzzo, il rivale Vincenzo Meco, il calciatore Ersilio Cerone, il fantasista di San Benedetto dei Marsi, Domenico Morfeo, e i fratelli di Cerchio, Daniel e Matteo Ciofani in forza al Frosinone, Mario Spallone medico di Togliatti, l’editore Adelmo Polla amico di Federico Zeri, Ottaviano Del Turco sindacalista prima e governatore poi della Regione, il fitigrafo di Morrea Ennio Iacobucci che sfiorò il Pulitzer, fu l’unico occidentale a immortalare l’ingresso dei Khmeri rossi a Phnong Penh.