La costruzione dei lotti dell’Istituto Case Popolari, la vita quotidiana, le botteghe, i vicini di Tor Marancia, gli artisti, il tempo di guerra con i suoi eroi e le vittime, il mondo del lavoro, le scuole, il cinema. Sono alcuni dei temi raccontati, attraverso preziose foto in bianco e nero, nel libro Come eravamo. Garbatella 1835-1960.
Il volume è un grande racconto corale di una zona che nasce povera, ma che nei decenni si trasforma in un centro di vita pulsante, sanguigna, popolare, antifascista. Un luogo dove un tempo ci si vergognava a vivere e che oggi è tra i più amati dai romani. Se il 18 febbraio 1920 è il giorno in cui viene posta la prima pietra di un edificio in piazza Benedetto Brin, già nel 1835 si faceva il nome di via Garbatella e di un’omonima osteria. Lo dimostra un antico documento conservato nell’archivio della Basilica di San Paolo fuori le Mura, pubblicato ora in questo libro.
Quando il quartiere nasce viene destinato a ospitare gli operai della zona industriale dell’Ostiense, ed è caratterizzato da villini e palazzine di tre piani al massimo, con ampi spazi verdi interni che erano punto di ritrovo per i residenti. Pagina dopo pagina, prende corpo una storia meravigliosa di oltre un secolo che parte dalle origini e arriva agli anni del boom economico. Così il fotografo e giornalista Antonio Tiso torna sulla collana “Come eravamo”, ideata da Typimedia, che racconta la memoria dei quartieri di Roma. A scandire questa emozionante narrazione sono sempre le immagini provenienti dai cassetti delle famiglie, delle parrocchie, delle scuole che immortalano la vita e i cambiamenti del quartiere attraverso lo sguardo dei suoi abitanti.