La Valdera è terra di snodo, di passaggio e di commerci. Un punto di collegamento imprescindibile tra Firenze, Pisa e il porto di Livorno, che gode per il suo sviluppo della vicinanza strategica con Lucca e Volterra.
La sua attrattività la intuisce per primo l’uomo di Heidelberg più di 400mila anni fa, quando dal Nord Europa si insedia a La Rotta, frazione di Pontedera. Le sue vocazioni, invece, emergono in epoca etrusca e romana: tessuti, laterizi, vino, in attesa che l’epoca industriale rivoluzioni tutto sulla spinta dell’acciaio, dell’alluminio e del legno. Nel Medioevo vengono fondati castelli, erette mura, disegnate città che diventano oggetto di desiderio e conquista durante i tumulti causati dalle guerre tra Pisa e Firenze.
Qui spuntano geni come Andrea Pisano, amico e collaboratore di Giotto, mentre, a poca distanza dal Castello dell’Inquisizione di Lari, vive la famiglia di Galileo Galilei. Napoleone si fa un amico a Pontedera, come accade anche a Garibaldi con il generale Stefanelli. Sono gli anni in cui, a Santa Maria a Monte, Giosuè Carducci sta per vivere il primo grave lutto della sua vita.
Nella seconda metà dell’Ottocento, l’architetto Luigi Bellincioni, vero profeta in patria, rifà il trucco alle città e alle campagne, prima che la Valdera viva l’inutile strage della Grande Guerra, con oltre 2mila morti.
Quello delle guerre mondiali è un periodo di difficoltà ma anche di opportunità: negli anni Venti arriva la Piaggio, che, più avanti, inizia a produrre anche aerei ed elicotteri a Curigliana, fino a quando Pontedera
diventa la città della Vespa.
Gli anni della ricostruzione e del boom ridisegnano lo scenario e scrivono nuove storie. Da quella di una piccola squadra di C2 che batte la Nazionale di Arrigo Sacchi prima del mondiale statunitense, a quella del tenore Andrea Bocelli, che parte da Lajatico per conquistare il mondo.