“La Storia del Prenestino” a cura di Sara Fabrizi, con le foto di Antonio Tiso, comincia ai piedi di un vulcano in piena attività che con le sue eruzioni modella un territorio straordinariamente ricco. Sulla landa immensa del pianoro di Centocelle, gruppi di uomini del Paleolitico vanno alla ricerca di cibo e acqua. Si volta pagina, si cambia epoca, ritrovandosi a camminare tra acquedotti e catacombe, mausolei e ville di cui si è perduto il ricordo, come quella di via dei ruderi di Casa Calda. Si incontrano i grandi protagonisti della storia come Sant’Elena, madre di Costantino, i Santi Pietro e Marcellino, martirizzati per la loro fede, ma anche un fornaio, Eurisace, che sceglie di farsi erigere una tomba molto particolare dove sorgerà Porta Maggiore.
Il Medioevo ci conduce tra i barbari invasori che danno l’assalto alle Mura Aureliane e sulle orme di pellegrini devoti lungo l’antica via Labicana, l’odierna Casilina. Tra loro si nascondono anche gli emissari di Eginardo, celebre biografo di Carlo Magno, giunti per sottrarre preziose reliquie. Sugli antichi ruderi sorgono le sentinelle della Campagna romana, quelle torri il cui nome riecheggia nei toponimi della zona come Tor Tre Teste, Torre Maura e Torre Spaccata. Ci si ferma a banchettare in mezzo alla vigna del Torrione Prenestino, in compagnia del principe di Galles, Carlo Edoardo Stuart, poi si assiste a un duello mortale a Villa Cellere.
Il tempo corre mentre di fronte ai nostri occhi la campagna tra la Casilina e la Prenestina si trasforma lentamente in periferia. Si passeggia nei giardini fioriti di Centocelle, tra le baracche cadenti di borgata Gordiani e i primi insediamenti spontanei dell’Alessandrino, in mezzo alle case che il Fascismo costruisce al Quarticciolo e ai villini dei ferrovieri al Pigneto. Si sentono i fischi delle bombe che martoriano la zona, si vede il volto insanguinato di don Raffaele Melis, si scoprono le gesta di tanti giovani partigiani come Giordano Sangalli. Poi il dopoguerra, i baraccati dell’Acquedotto Alessandrino, Pasolini che tra le catapecchie del borghetto Prenestino scopre Ninetto Davoli. Un lungo viaggio che pagina dopo pagina conduce fino ai giorni nostri, all’epoca del Coronavirus e della crisi economica, una sfida ancora da vincere.