La Storia dell’Esquilino, a cura di Sara Fabrizi e con le foto di Antonio Tiso, è un viaggio nel tempo che porta alla scoperta di segreti e curiosità del quartiere più multiculturale di Roma. Un quartiere che, da sempre, fa quasi da cerniera con l’esterno, da vera e propria porta della città. Esquilino, secondo un’interpretazione, deriva da exquilini, cioè “coloro che abitano fuori”, contrapposti agli “inquilini”.
Il percorso inizia nella preistoria, dove si assiste ai grandi fenomeni che modellano lentamente il territorio: eruzioni di vulcani, cambiamenti del percorso del fi ume Paleotevere, sconvolgimenti climatici che portano qui animali come l’elefante antico. In epoca romana, visitando questi luoghi, si rimane atterriti di fronte alle streghe che si aggirano di notte tra le tombe, alla ricerca di ingredienti per i loro malefi ci. È il poeta Orazio a parlarne, raccontando anche il grande momento di svolta: la decisione di Mecenate di dare nuova vita a questa zona costruendo la sua lussuosa villa, gli Horti di Mecenate. La leggenda vuole che, proprio qui, sia venuto Nerone la notte dell’incendio di Roma nel 64 d.C., per guardare dall’alto di una torre il fuoco che distruggeva la città.
L’Esquilino assiste al miracolo della neve in agosto all’origine della basilica di Santa Maria Maggiore, agli assalti dei barbari, alle processioni che salvano Roma da pestilenze e aggressioni. Arrivando al Rinascimento, si corre insieme a Michelangelo e Giuliano da Sangallo verso una vigna di Colle Oppio per guardare, per la prima volta in assoluto, il gruppo scultoreo del Laocoonte. Oppure si percorre via Liberiana per andare a bussare alla porta di un giovanissimo Bernini, futuro artefi ce del restauro della chiesa di Santa Bibiana.
Lungo queste vie si intrecciano le storie, i nomi e i volti di Papi e guerrieri, Santi e alchimisti, artisti ed eroi come il ferroviere Enrico Toti, patriota della Prima guerra mondiale che combatte in prima linea, anche se privo di una gamba. Pagina dopo pagina, il quartiere prende forma: piazza Vittorio con i suoi portici, il nuovo mercato Esquilino, il caos della stazione Termini, lo splendore delle chiese, i palazzi umbertini.
Il passato riemerge e affascina a ogni passo.