Monteverde è il dodicesimo quartiere di Roma, ed è ricco di miti fin dalle sue origini. Dove oggi si aspetta il tram numero 8 diretto in centro, in epoca preistorica si muovevano ippopotami ed elefanti e l’uomo iniziava a lavorare la selce per ottenerne punte affilate. La zona era ricca di cave di tufo e proprio il suo colore verde-giallognolo avrebbe dato origine alla denominazione Monteverde o Mons Aureus, cioè Monte d’Oro, in epoca romana.
La Storia di Monteverde, a cura di Sara Fabrizi e con le foto di Antonio Tiso, ripercorre i luoghi del quartiere, dalla preistoria ai giorni nostri, e ci racconta dei personaggi, comuni e non, che hanno contribuito a renderlo ciò che è oggi. Qui hanno vissuto scrittori e intellettuali, come Gianni Rodari, Pier Paolo Pasolini, Attilio Bertolucci, e Nanni Moretti. È un quartiere popolato da molte anime: quelle signorili delle ville seicentesche e quelle popolari delle borgate nate dove prima c’era campagna e poco altro. A Monteverde si trova la più grande catacomba ebraica della città e l’imponente Villa Pamphilj, il più grande parco pubblico di Roma.
Via Poerio, viale Aurelio Saffi, via di Donna Olimpia, via Carini, porta San Pancrazio sono solo alcuni dei luoghi attraversati nel libro che dà ampio spazio anche al Gianicolo: proprio qui, secondo la leggenda, il dio Giano avrebbe fondato la sua città. Quassù sarebbe stato sepolto il re Numa Pompilio insieme ai libri da lui scritti. Al Gianicolo è conservata la facciata della casa di Michelangelo, spostata più volte nel corso del tempo.