Pavia, 70.000 abitanti, una storia legata soprattutto allo scorrere del suo fiume, il Ticino, che sin dai primi insediamenti umani, ne ha segnato il destino. Una città che con le sue moderne vetrine lungo Strada Nuova, la sede universitaria fra le più antiche d’Italia, un capolavoro artistico a pochi chilometri di distanza come la Certosa, ne fa un piccolo gioiello in cui moderno e antico convivono.
La Storia di Pavia ci porta nei vicoli che si sviluppano ancora ordinati attorno al perfetto disegno geometrico del cardo romano e del decumano, corso Cavour.
Pavia è una delle città lombarde più antiche e ricche di storia, arte, cultura. La storia ha attraversato piazza della Vittoria, via Garibaldi, Borgo Calvenzano fino a trasformare l’antica Ticinum romana nella città di oggi. Il ponte sul Ticino, l’ospedale San Matteo, già centro di eccellenza nel Medioevo, la campagna attorno alla città, ora coltivata a riso e mais ma una volta foltissimo bosco fino a Milano e area di caccia dei Visconti e degli Sforza, rivivono nel racconto fra ieri e oggi.
La Storia di Pavia percorre nei secoli le vicende, i fatti, la vita dei personaggi che l’hanno resa celebre. Dal mare del Pleistocene, che si estende incontrastato in tutta la Pianura Padana, ai primi insediamenti umani proprio dove ora si trova il bar-pasticceria più noto di Pavia, il Demetrio, primo vagito della sua millenaria storia. Così dal Siccomario (sicut maris, cioè come il mare) come ancora l’area antistante la città si chiama, alle sponde del Ticino, poco lontano dalle quali i primi uomini primitivi costruiscono i villaggi fatti di rozze capanne, si passa in una cavalcata affascinante nel tempo dall’entrata in città dei legionari dell’imperatore Ottaviano Augusto, nel 9 d.C., attraverso l’antica porta orientale, lungo l’antica via che oggi è via Scopoli.
La Pavia antica, moderna e contemporanea riprende ad animarsi con l’arrivo di Napoleone nel maggio del 1796, ospite al Collegio Caccia, oggi elegante palazzo in via Matteotti. Scopriamo le sale più segrete dell’Università dove insegna Camillo Golgi, Nobel per la medicina nel 1906, e il professore di Fisica sperimentale Alessandro Volta, che nel 1778 compie i suoi primi studi sulla pila.
E ancora: l’impero di Giuliano Ravizza, inventore del pret-à-porter della pelliccia e la nascita di un simbolo, Annabella. Alla città si legano anche i nomi di Ugo Foscolo, inquieto docente all’Università, e un secolo dopo di Albert Eistein, spensierato studente e futuro premio Nobel.