Il mio noir dal titolo “Nell’ora più calda” nasce più di vent’anni fa, non a caso in una torrida estate siciliana. Era un’estate particolarmente cocente che mi ha fatto ricordare una vecchia espressione diffusa nella Sicilia centro-meridionale, “a otta di callu”, che si usava per indicare le ore centrali della giornata in cui era sconsigliato uscire preferendo farlo nel tardo pomeriggio, quando la temperatura si fa più tiepida. Nello stesso momento mi è capitato di ricordare, tra un tentativo e l’altro di mettere il naso fuori di casa nell’ora più calda, una storia degli anni Settanta che mi era stata riferita anni prima. Così ho cominciato a scriverla, lasciandomi guidare dalle esperienze di vita e da un discorso che il compianto giudice Borsellino aveva tenuto prima di scomparire.
Dentro di me era ancora chiara e vivida la sua concezione di lotta alla mafia come movimento culturale che insegna a chiunque la cultura della legalità, la sola che consente di annusare il “fresco profumo di libertà“. Proprio in quella espressione ho sentito il profumo della zagara di Sicilia e nello scrivere “Nell’ora più calda” ho affidato quell’incarico a Rosita, la protagonista di dodici anni. Attraverso l’amore per la sua terra, di selvaggia e bellissima natura, ho filtrato i gravi fatti di mafia avvenuti in Sicilia negli anni Settanta. Il filo della narrazione si è subito intrecciato con il filo doppio delle emozioni e dei sentimenti di Rosita, bambina tra bambini, simbolo di un’infanzia negata dalla mafia che deturpa animi e natura. Ma il fresco profumo della zagara e della libertà si sente e trionfa in modo non convenzionale, grazie a una bambina nell’ora più calda.
Daniela Mirisola
autrice del libro Nell’ora più calda