Un viaggio nell’Arquatano è l’occasione per vivere di persona i monti più leggendari d’Italia, luoghi dove miti e credenze riecheggiano nella cornice di scenari fantastici. Le storie tramandate da secoli sono parte di questi sentieri. Ne ho fatto esperienza lavorando come curatore del volume “I sentieri di Arquata del Tronto”, edito da Typimedia editore. Insieme ai volontari dell’associazione Arquata Potest, mio perenne faro durante la stesura del libro, abbiamo raccontato itinerari, tradizioni e piatti tipici di questa porzione dell’Appennino che nel 2016 è stata sconvolta dal terremoto. Un evento tragico che ha segnato il volto di un Comune adagiato nell’Appenino Umbro-Marchigiano.
Ventiquattro sono i sentieri raccontati nel libro. E molte di più le storie millenarie che si possono scoprire durante le camminate, come la leggenda del lago di Pilato, una tra le più amate della zona. Si dice che questo specchio d’acqua, incuneato a 1941 metri d’altezza, custodisca il corpo di Ponzio Pilato, il procuratore romano che fece crocifiggere Gesù. Condannato a morte sotto Tiberio, le sue spoglie vennero chiuse in un sacco legato a un carro trainato da due bufali. Trascinate per giorni interi, arrivarono fin sulla cresta del Monte Vettore. Qui gli animali precipitarono nel bacino d’acqua sottostante. Da allora si dice che questo piccolo lago di montagna sia popolato da demoni che assumono le sembianze di pesci e di altri animali.
Il mio invito è quello di mettersi scarpe comode, preparare uno zaino e partire alla scoperta di queste montagne. A piedi o in mountain bike, l’esplorazione dei borghi intorno ad Arquata, consente di immergersi nelle cime più maestose del Parco dei Sibillini, del Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Miti e leggende vi accompagneranno passo dopo passo in un viaggio dal sapore ancestrale.
Antonio Tiso
curatore del volume Arquata del Tronto. Itinerari, tradizioni, piatti tipici: la rinascita del territorio