Quando mi è stato chiesto di realizzare un libro sulle meraviglie di Grosseto per la collana Typimedia delle “Meraviglie d’Italia”, sono rimasto un po’ interdetto. Trovarne cento, pensai fosse cosa non facile. In realtà mi sbagliavo. Anch’io, che sono nato e vissuto qui, non immaginavo che il capoluogo della Maremma potesse nasconderne in misura tale da trovare poi difficoltà nella loro scelta. Una cosa di cui anche gli stessi grossetani, forse, non sono consapevoli.
Del resto, quando si vive in un luogo ne perdiamo i particolari. Vediamo solo il macro, tralasciando il micro. Così, sotto la canicola di un’estate torrida, mi sono messo al lavoro, procedendo nella cernita, affatto semplice, delle meraviglie, recuperando testi e scartabellando documenti antichi.
Man mano che procedevo con le ricerche bibliografiche e testuali, o chiedevo lumi agli esperti, si materializzavano notizie sconosciute ed elementi storico-artistici poco indagati. Così pian piano, con questo puzzle che prendeva forma, sono partito dalla parte più storica del capoluogo e seguendo il criterio della prossimità, mi sono spinto verso l’esterno, in direzione delle frazioni e della costa.
In questo percorso territoriale ho avuto il pretesto per parlare delle tanto apprezzate meraviglie gastronomiche, come dei prodotti della terra e della natura. Infine, il ritorno sul nucleo urbano del capoluogo, concedendo al lettore di percorrere le piste ciclabili o di visitare gli impianti sportivi di cui è dotata la città, oppure di fermarsi per una corroborante sosta nei parchi cittadini. Un excursus entusiasmante che tocca arte, storia, cultura, natura, sport, ambiente, tradizioni e gastronomia, capace di raccontare una cittadina di provincia che nulla ha da invidiare alle più blasonate colleghe toscane. A chiusura, la sorpresa della 100 (+1) meraviglia, una “meraviglia immateriale” che i grossetani cercano di custodire gelosamente, trasmettendola a chi si trova a passare da qui.
Carlo Sestini
curatore del volume Grosseto, le 100 Meraviglie (+1)