Pisa sorge dalle nebbie del mito, a cavallo fra verità e leggenda. Il suo territorio, dal Monte Pisano al mare, è popolato fin dal Paleolitico.
Qui, gli etruschi plasmano il territorio e lasciano numerose testimonianze, come il tumulo principesco di via San Jacopo.
I romani rendono Pisa un punto di riferimento per tutto l’alto Tirreno, costruendo un sistema di porti e una darsena sull’antico Auser, oggi il più ricco “giacimento” di navi romane del Mediterraneo, esposte nel nuovo Museo delle Navi Antiche. Con l’epopea della Repubblica Marinara, Pisa diventa una delle principali potenze della penisola. Sulle migliaia di torri della città ghibellina svetta il vessillo rossocrociato, mentre i mercanti pisani fanno grandi affari dall’Oriente alla Spagna.
La sconfitta della Meloria contro i genovesi e la successiva dominazione fiorentina sanciscono il suo tramonto, ma anche l’inizio del suo splendore culturale. È in questo periodo che si muovono geni come il matematico Leonardo Fibonacci e maestri come Buscheto, Diotisalvi e Bonanno, che creano il complesso di Piazza del Duomo, con la celebre Torre pendente: un “prato dei miracoli” come lo definirà D’Annunzio. Con loro, personaggi noti e meno noti come San Ranieri, Santa Bona e Kinzika de’ Sismondi. Insieme a Firenze, Pisa è la capitale colta del Granducato di Toscana. Sui lungarni passeggiano poeti come Leopardi, Lord Byron e Percy Shelley, ma anche Garibaldi e Giorgio Brown, pseudonimo di Giuseppe Mazzini, che qui morirà il 10 marzo 1872.
I giorni nostri ci raccontano della lunga scia di sangue e distruzione lasciata dalle due guerre mondiali, degli anni delle contestazioni studentesche guidate da Adriano Sofri e delle glorie calcistiche del Pisa di Anconetani. L’università pisana, intanto, si espande, diventando fiore all’occhiello dell’Italia e dell’Europa a livello internazionale.