Quando Emilio Guardavilla scrive narrativa, lo fa solo parlando di mare perché su navi bianche battenti varie bandiere vi ha passato oltre metà della sua vita di adulto in qualità di Commissario di Bordo. Lì sopra, ha cominciato a radersi e a ragionare su quello che succede a terra. Scrive anche di sport, perché con le figurine dei calciatori ci ha imparato a leggere, di libri perché, dopo ogni presentazione, non vede l’ora di scriverne un altro. Ha scritto di cucina con la pretesa di simulare un orgasmo multi-sensoriale con il commensale di turno. Ha scritto anche molti racconti brevi, pubblicati, premiati e messi in scena. In quel caso, l’amplesso si è consumato al cento per cento. Quando ha cominciato a scrivere di storia, ha maledetto tutte le volte che ha marinato le lezioni al Liceo Scientifico di Piombino e all’Università di Pisa. Dopo dieci anni con i piedi per terra, è ancora convinto che in mare è vero che ognuno pensa per sé, ma quando due barche si incrociano, ci si saluta sempre.