Il mio viaggio di ricerca è iniziato dall’Arco Etrusco, il suggestivo portale che ancora ci parla dell’antichissima Perugia etrusca. I segni del tempo l’hanno cambiato, l’avvicendarsi delle epoche ne hanno modificato l’aspetto, ma è rimasto sempre al suo posto ed oggi è ancora lì, coi suoi blocchi enormi poggiati al suolo a sorreggerlo. Protegge la sua città o meglio accoglie il visitatore ad entrarvi.
La mia avventura nelle trame de La Storia di Perugia per Typimedia Editore è cominciata sul finire del 2019 in quel preciso punto, risalendo via Ulisse Rocchi per poi raggiungere Piazza IV Novembre, nel Medioevo Piazza Maggiore, dove si staglia il celebre Palazzo dei Priori, simbolo di una città che racchiude nei suoi stessi edifici i segni del tempo che scorre. La ricerca, pochi mesi dopo il suo inizio, è stata bruscamente sospesa dall’arrivo del coronavirus, che mi ha costretto a proseguire per un buon periodo senza la possibilità di toccare con mano le antiche pietre della città del Grifo. Tutto si è allora concentrato sulla ricerca archivistica e bibliografica, comunque imprescindibile, con la scoperta anche di nomi meno noti alla grande storia, come la giovanissima Porzia, che nel 1600 è costretta a salire il patibolo col sorriso, perché – così le dicono – solo in quella maniera raggiungerà il paradiso, oppure lo sfortunato Bacocco, malmenato in piazza per aver chiesto indietro i suoi averi; ma anche le vicende poco conosciute di personaggi a noi più che noti.
Machiavelli che giunge in città, Galileo Galilei, Giacomo Leopardi, fino alla richiesta a Carlo d’Angiò da parte del comune medievale di Perugia di prelevare del marmo dalle sue cave. Il documento è vago, alcuni ritengono parli del materiale che servirà anche per la Fontana Maggiore, decorata da Nicola e Giovanni Pisano, altri sostengono sia per la Fontana degli Assetati, di Arnolfo di Cambio, oggi non più esistente.
Quando ho avuto la possibilità di tornare in città per scattare le immagini presenti nel libro, ho ritrovato tutti i luoghi studiati nella stesura osservandoli con occhi nuovi. Un vortice di vicende storiche, artistiche, letterarie e umane che non di rado s’intrecciano: l’architetto etrusco della Porta Marzia Vel Rafi, San Francesco imprigionato nelle carceri, la Pala d’altare voluta da Atalanta Baglioni dopo le violenze delle Nozze Rosse, ricordate nientemeno che da Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray, fino al genio di Luisa Spagnoli e di Giuditta Brozzetti e quindi ad Umbria Jazz.
Nel raccontare la città dai suoi albori fino agli ultimi fatti di cronaca in un momento storico come il nostro, il legame con il passato è diventato ancora più importante. La speranza è quella di instillare nel lettore la curiosità per gli angoli più nascosti della sua città, preservandoli, e magari appassionarsi a uno o più personaggi, vicende o luoghi, avventurandosi, libro alla mano perché no, alla ricerca degli scorci descritti.
Matteo Bebi
curatore del volume “La Storia di Perugia”