Un viaggio nella storia del quartiere Garbatella, attraverso le immagini di un grande album di famiglia. Venerdì 24 febbraio Typimedia Editore ha presentato il volume “Come eravamo. Garbatella 1835-1960” allo spazio di coworking Millepiani.
Il libro accoglie le immagini custodite dalle famiglie, dalle parrocchie, dalle scuole e dagli esercizi commerciali, per immergere il lettore in un quartiere che affonda le proprie radici in un passato ancora più antico di quanto si creda. Se infatti il 18 febbraio 1920 è il giorno in cui viene posta la prima pietra di un edificio in piazza Benedetto Brin, già nel 1835 si faceva il nome di via Garbatella e di un’omonima osteria. Lo dimostra un antico documento conservato nell’archivio della Basilica di San Paolo fuori le Mura, pubblicato nel volume.
Alla presentazione hanno partecipato Maya Vetri, assessora alle politiche culturali, dell’intercultura, di genere, partecipazione, beni comuni e memoria del Municipio Roma VIII, che ha patrocinato l’evento, il giornalista Iacopo Smeriglio in qualità di moderatore, il curatore del libro Antonio Tiso, l’editore di Typimedia Luigi Carletti.
“Abbiamo scelto di fare la presentazione qua perché è uno spazio rigenerato, espressione di Garbatella – ha spiegato l’assessora Vetri –. Questo libro usa un linguaggio fotografico molto potente, crea un enorme ingranaggio collettivo che rende unico questo quartiere”.
L’editore di Typimedia Luigi Carletti, nel suo intervento ha sottolineato che “la Garbatella e il Trieste-Salario sono i due quartieri che hanno generato l’idea di far nascere Typimedia: una casa editrice che ha origine dall’idea che Roma sia un insieme di tante città”. E ancora: “La collana ‘Come eravamo’ parte dall’idea che la memoria sia qualcosa di condiviso, che appartiene a tutti noi. Nei libri pubblichiamo le foto degli album di famiglia, quelle che tutti noi abbiamo in casa. Ecco, io credo che l’album di famiglia, così come il libro, sia qualcosa che resiste alla rivoluzione digitale, per fortuna. Da una collana come questa viene fuori una narrazione della memoria, fatta di foto, per ognuno dei quartieri di cui ci siamo occupati. Penso che questa sia un’operazione editoriale, ma anche culturale, ben riuscita. E che sia ancora più importante e centrale in una città come Roma”.
Il curatore del volume, Antonio Tiso, ha aggiunto: “Grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato, senza le famiglie di Garbatella questo libro non sarebbe esistito. Il suo valore è la cattura delle storie, che tanti anziani mi hanno tramandato. Le ho cucite in questo volume, in questo senso mi sento un sarto, ma le stoffe me le avete date voi”.