È il 396 a.C. quando Furio Camillo sconfigge la città etrusca di Veio e torna a Roma in trionfo su una quadriga trainata da cavalli bianchi. Da allora, la strada verrà chiamata via Triumphalis.
È da questa via che deriva il nome dell’odierno quartiere Trionfale, da sempre crocevia per quanti giungono nell’Urbe passando per Monte Mario, la scenografica finestra da cui Roma guarda il mondo e viceversa.
La chiesa di Santa Maria Maddalena, nel Medioevo, trasforma il Trionfale nel quartiere dell’accoglienza. È proprio qui che riposano i pellegrini dopo aver percorso la via Francigena e prima di visitare i sepolcri dei Santi Pietro e Paolo. Milioni di persone, forse anche Dante Alighieri, passano di qui per il Giubileo del 1300. È sempre in quest’area che i pontefici indossano gli abiti papali prima di entrare in città, mentre gli imperatori incontrano i messi pontifici prima dell’incoronazione. Ma la chiesa ospita anche il lazzaretto di Roma e per questo verrà intitolata a San Lazzaro dei Lebbrosi.
Con l’età moderna, sorgono le ville di importanti famiglie come Villa Madama, voluta dai Medici e costruita da Raffaello Sanzio, o Villa Mellini, che oggi ospita l’Osservatorio astronomico. Ma il monumento più suggestivo al Trionfale lo realizza la natura. Goethe, Stendhal, James e Andersen amano passeggiare per il Parco Mellini, mentre Wordsworth canta il celebre pino di Monte Mario.
A inizio Novecento nasce un nucleo di case popolari, il Trionfale I. Lungo via Andrea Doria abitano i fornaciari che faranno del quartiere una fucina di idee anarchiche. Al Trionfale vive anche uno dei maggiori teorici del movimento anarchico: Errico Malatesta, il “Lenin d’Italia”. Sempre qui, la Banda Fulvi si organizza per combattere contro i nazifascisti.
Negli anni Settanta il quartiere è sconvolto dall’omicidio di Walter Rossi e dal rapimento di Aldo Moro. La Storia del Trionfale, di Valerio Maria Piozzo, racconta il quartiere dalla preistoria fino ai giorni nostri, quando diviene uno tra i più amati da romani e turisti, impegnato a risollevarsi dalla pandemia e a progettare il futuro.