La Storia di Albano Laziale è un viaggio attraverso il tempo, tra storia e memoria, alla ricerca dell’anima profonda e autentica di questa cittadina adagiata tra i Colli Albani, sul ciglio di un vulcano dormiente.
Un boato squarcia il silenzio bianco della prima pagina, proiettandoci subito nel vivo del racconto, in mezzo alle violentissime eruzioni che modellano questo territorio, tra fiumi di lava, coni di scorie e laghi che nascono dall’incontro tra acqua e fuoco.
Saliamo sul Monte Cavo, la montagna sacra ai Romani, per cercare le tracce di Alba Longa, la città perduta, culla di Romolo e Remo e mitica antenata di Albano Laziale. Seguendo un drappello di soldati, raggiungiamo Porta Pretoria per entrare nell’accampamento della Legio II Parthica, l’unica legione che sia mai stata stanziata in Italia in armi, creata dall’imperatore Settimio Severo. Questi resti antichi, che affiorano oggi tra le case di Albano, rappresentano il nucleo originario della città. Voltiamo pagina, ed ecco cominciare le invasioni barbariche, le scorrerie dei Saraceni, le lotte per il potere.
All’orizzonte, su una collinetta, vediamo sorgere il castello dei Savelli, potenti baroni e poi principi che dominano Albano per secoli, portandola più volte alla rovina. La città cresce e si stratifica, il presente ingloba il passato. Lungo la via Appia incontriamo Pio II, il papa umanista che, pur anziano e stanco, visita con piacere la città, ammirando le vestigia di uno straordinario passato.
Le stesse vestigia, secoli dopo, riemergono dal tessuto urbano moderno, lacerato dagli eventi terribili della Seconda guerra mondiale.
Procediamo avanti e indietro nel tempo, visitando antiche catacombe, splendidi palazzi nobiliari, boschi silenziosi, chiese sconsacrate, parchi e ville. A ogni passo, la storia rivive attraverso le voci e i volti dei personaggi che hanno attraversato strade e piazze, uomini e donne che hanno fatto di Albano Laziale uno dei più importanti comuni dei Castelli Romani.