Il viaggio nei quartieri capitolini di Typimedia Editore continua con i nuovi volumi della collana “La Storia di Roma” dedicati ad Esquilino, Testaccio e Portuense. Tre quartieri storici, grandi quanto città, che hanno segnato – con le loro vicende – lo sviluppo della Capitale. Tre territori che custodiscono una propria intatta fisionomia e uno spirito unico, frutto delle stratificate storie che hanno marcato paesaggi e comunità. 

Storie che gli autori dei volumi freschi di stampa raccolgono e restituiscono oggi, dopo un attento e meticoloso lavoro di ricerca che si è intrecciato con la documentazione sul campo.    

Come quelle contenute nel libro di Sara Fabrizi, “La Storia dell’Esquilino”, che comincia con il ritrovamento dei resti di un elefante preistorico negli scavi accanto al Colosseo avviati nel 1932 per la costruzione della via dell’Impero e, attraversando i secoli, narrando di Papi e guerrieri, santi e alchimisti, artisti ed eroi, arriva fino ai giorni del Coronavirus nel quartiere multietnico di piazza Vittorio. 

Dalle origini più remote del quartiere, quando il Paleotevere, con la forza motrice della sua enorme massa d’acqua, trasformava la vita su questo lembo di terra, “La Storia di Testaccio” di Daniele Pasqualetti si snoda attraverso luoghi chiave come il porto di Testaccio che, con le sue banchine lungo il Tevere, nei secoli ha visto approdare e partire genti di ogni provenienza e di ogni etnia. Un crocevia dei commerci che non poteva non segnare – anche antropologicamente – lo sviluppo di quello che sarà il primo quartiere operaio di Roma, terreno fertile negli anni della Resistenza e, ancora, luogo della movida contemporanea.

Nel suo racconto attraverso i secoli, Giorgio Laurenti ci guida ne “La Storia del Portuense” dalla preistoria fino ai giorni nostri nel quartiere noto nel mondo per il mercato di Porta Portese e lo Spallanzani, l’ospedale punta d’eccellenza della sanità italiana che in tempi recenti è diventato simbolo della lotta alla pandemia di Coronavirus. Ma anche, e soprattutto, in un territorio tutto da scoprire, il cui storytelling andava probabilmente ancora scritto.