Gaeta e la Marina Militare è un volume fotografico che non esisterebbe senza il contributo dei collezionisti di Gaeta. Le pagine che compongono il libro, edito da Typimedia, raccontano lo stretto legame tra la città tirrenica e la forza armata. Si parte dal 1861 per arrivare ai giorni nostri, passando per due guerre mondiali e gli anni del boom economico. È nel XIX secolo che Gaeta, roccaforte del regno borbonico a nord di Napoli, cede all’assedio dell’esercito sabaudo dopo cento giorni di combattimenti e viene annessa al Regno d’Italia. Ed è allora che nasce la Regia Marina, poi divenuta Marina Militare.
Gli alchimisti che hanno reso possibile questa pubblicazione sono gli amanti della storia marinara di Gaeta, come Carlo Andrea Di Nitto. Nato nel 1948 nel rione Piaja di Gaeta da una famiglia di antiche tradizioni marinare, ha reso servizio in Marina come sottufficiale di leva. “Negli anni, grazie a una costante ricerca, ho creato una collezione di circa mille pezzi, composta di fotografie, medaglie di unità militari italiane, oggettistica navale”, spiega. Sue, nel libro, molte foto spettacolari di navi, equipaggi e del periodo del ventennio.
Come una stella polare che indica la rotta ai marinai, così l’associazione Gaeta e il Mare è stata per noi, soprattutto per le informazioni di carattere storico. “Dal 1995 portiamo avanti un lavoro sulla memoria col territorio, incluse le scuole, coinvolgendo i ragazzi in laboratori pratici, dove si entusiasmano molto”, racconta il presidente Luigi Passeggio, ex comandante di navi mercantili.
Alfredo Langella, geometra classe 1961, è una fonte inesauribile di materiale d’archivio. Le fotografie d’epoca della sua collezione, tra cui alcune immagini stereoscopiche all’albumina del 1861, hanno dato al libro un contributo enorme. Ma l’ampiezza del suo archivio ha permesso anche di creare capitoli dal sapore molto poetico, come quelli sui pescatori e gli stabilimenti balneari.
Un’altra risorsa importante per la memoria della città è Salvatore Gonzalez, 48 anni, professione sommozzatore. Le immagini del capitolo I cimeli del mare sono sue: “Lavoro per il Compartimento Marittimo di Gaeta. Una delle mie passioni è recuperare oggetti appartenuti a chi ha difeso e dato la vita per Gaeta, e farli parlare, fargli raccontare la loro storia, soprattutto ai più giovani”, spiega.
Il mio lavoro come curatore è stato cucire le stoffe ricevute e farne un arazzo, capace di evocare la storia marittima della città senza dimenticare un occhio al presente. Il risultato credo sia una pubblicazione capace di stupire per la bellezza delle immagini e la forza narrativa dell’impianto editoriale.
Antonio Tiso
curatore del volume Gaeta e la Marina Militare. Un legame storico lungo 160 anni