Adagiata ai piedi del Monte Orlando, nel cuore della Riviera d’Ulisse, su una penisola protesa verso l’azzurro del golfo che porta il suo nome, Gaeta regala bellezza da millenni.
Il suo ricco patrimonio storico e culturale affonda le proprie radici già nel periodo repubblicano e imperiale dell’antica Roma, è passato attraverso le invasioni dei Longobardi e dei pirati saraceni, il dominio bizantino e normanno, fino ad arrivare alla Gaeta Repubblica Marinara e alla nascita e alla caduta del Regno delle due Sicilie.
Oltre due millenni di storia hanno lasciato tracce indelebili dell’infinita ricchezza di cui Gaeta si è fatta portatrice nei secoli, rintracciabili nei tanti monumenti che si incontrano percorrendo i vicoli e le strade del borgo medievale e i suoi dintorni: dall’imponente Castello Angioino Aragonese alle suggestive fenditure della Montagna spaccata, dal campanile normanno-moresco della Cattedrale dei Santissimi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta fino al Bastione La Favorita. E ancora, il Palazzo della Cultura che ospita l’archivio storico, il Santuario della Santissima Annunziata con la Cappella d’oro e il palazzo della Gran Guardia.
Non solo bellezze artistiche, ma anche meraviglie naturali, come le sette spiagge per cui Gaeta è nota. Dieci chilometri di sabbia chiara, con il mare limpido davanti e una fitta vegetazione mediterranea alle spalle, intervallati solo da piccole insenature e speroni di roccia: si va da Serapo all’Arenauta, da San Vito all’Ariana, più volte riconosciuta Bandiera Blu per le sue acque cristalline.
Il volume Gaeta, le 100 meraviglie (+1), a cura di Andrea Brengola con le fotografie di David Cammoranesi, racconta di questo scrigno che si affaccia sul mare del litorale pontino in cui natura, arte e storia hanno depositato i loro tesori, tra mito e leggenda.