Il paziente 1, il caso-Codogno e la zona rossa.
La lotta contro un nemico sconosciuto.
La Storia del Coronavirus a Lodi e in Lombardia è la cronaca in presa diretta di un evento imprevisto che certamente ha avuto un impatto straordinario nella comunità internazionale e nel nostro Paese. Alcune immagini hanno fatto il giro del mondo e sono destinate a incidersi per sempre nella memoria collettiva, basti pensare alla triste sfilata di camion militari piene di bare a Bergamo, o alle case per anziani dove in molti hanno
trovato la morte.
Il libro edito da Typimedia, curato da Emiliano Fabbri, è il racconto di come il virus sia entrato in Italia prima e nel resto del mondo poi, dalla porta di accesso dell’ospedale di Codogno, dove è stato scoperto il famoso paziente 1. E questa è soprattutto la sua storia, quella di Mattia Maestri, un uomo normale, con una figlia in arrivo, che viene catapultato da Codogno al centro di una vicenda epocale, diventandone suo malgrado
protagonista.
Ma è anche la storia di oltre cinquantamila abitanti di dieci Comuni della bassa lodigiana che hanno visto cambiare la loro vita da un momento all’altro, venendo blindati all’interno della prima “zona rossa”. È una storia di posti in terapia intensiva che vengono creati dal nulla da medici e infermieri che si sono trovati a combattere nelle trincee delle corsie d’ospedale la prima battaglia mondiale al Covid-19. E si raccontano proprio queste donne e questi uomini, come l’anestetista Annalisa Malara che ha scoperto il virus andando contro i protocolli. Il primario del pronto soccorso di Lodi che ha ribaltato il suo reparto da capo a piedi. Il pneumologo Francesco Tursi, passato da soccorritore a paziente. È la storia dei lodigiani d’America Bianca Balti e Danilo Gallinari, in ansia per la loro terra d’origine. È la storia di noi tutti, con la mascherina, in fila davanti al supermercato o in farmacia, di canzoni dai balconi e di speranza, per ritrovarsi al più presto davanti a un caffè in piazza della Vittoria, nel cuore di una città che vuole archiviare, senza dimenticare, questa brutta esperienza.