“La Storia del Quadraro” è un percorso tra storia e memoria lungo le strade di un quartiere di periferia, stretto tra il grande aeroporto di Centocelle e gli antichi acquedotti.
È il Vulcano Albano, con la furia dirompente delle sue eruzioni, a modellare il territorio, contribuendo a creare le condizioni per il fiorire della vita. Attraversando a passi lenti l’epoca romana, si percorre l’antica via Latina per incrociare la vicenda leggendaria di Coriolano, valoroso generale in esilio, deciso a vendicarsi di Roma. Sono le donne a salvare la città, convincendolo a desistere. Più in là, prendono forma le grandi vie dell’acqua, gli acquedotti che alimentano l’Urbe.
Si volta pagina ed ecco comparire il misterioso Monte del Grano, una gigantesca tomba che qualcuno attribuisce all’imperatore Alessandro Severo. E poi grandi ville suburbane, dimore immerse nella campagna che guarda verso i Colli Albani. Nell’area di Tor Fiscale, dove gli acquedotti si intersecano, si vedono gli Ostrogoti di Vitige costruire un grande accampamento. Un’alta torre sorge in quella che oggi è piazza dei Consoli. Ai suoi piedi scorre un canale, la Marrana dell’Acqua Mariana, portata in città da papa Callisto. L’itinerario conduce poi a Porta Furba, di fronte all’arco monumentale dell’acquedotto Felice che scavalca la via Tuscolana.
Alle soglie del Novecento, si vedono sorgere le prime case, il piccolo nucleo di una borgata povera ma fiera, ai margini di una città che appare lontanissima. Camminando per queste strade, sembra di sentire l’eco delle esplosioni, le grida confuse di chi viene strappato alla propria casa all’alba del 17 aprile 1944, quando il quartiere viene rastrellato dalle SS di Kappler. Poi il dopoguerra, il dramma dei baraccati, le speranze di rinascita del piano Ina casa, il sangue degli anni di piombo. Fino ad arrivare ai giorni del Covid-19, tra mille difficoltà e gesti solidali.