Milano, novantamila persone, uno stadio che è una polveriera e una città divisa da un derby che può valere lo scudetto. È la cornice di “Sei donne a San Siro”, il noir che lo scrittore e giornalista Luigi Carletti, autore del best-seller internazionale “Supernotes”, ambienta durante una partita realmente avvenuta, Milan-Inter 2008, anno in cui i nerazzurri di Roberto Mancini vinceranno lo scudetto.
San Siro, la mitica “Scala del calcio” di Milano: il noir di Carletti ci svela particolari e segreti di una struttura che nell’immaginario di milanesi e appassionati di calcio è ben più di un impianto sportivo. È qui che si intrecciano vicende che convergono da punti diversi in un vertiginoso susseguirsi di colpi di scena fino al sorprendente epilogo. È sempre qui che sei donne portano con sé le loro storie di fuga e di vendetta, gli intrighi di cui gli uomini sono talvolta complici e talvolta vittime.
“L’aria è il respiro di un vulcano impaziente. Odore inconfondibile di folla compressa, miscela chimica di commistioni tribali e fibrillazioni corporee. Un tifo assordante che non esita e non va in pausa”.
Lo spettacolo ha inizio. Sul campo il derby Milan-Inter. Sugli spalti una partita ad alta tensione, carica di suspense e ironia.
Roma, ai giorni nostri. Con “Il fantasma di Ponte delle Valli”, Luigi Carletti torna al genere noir, spostando la sua attenzione sulla Capitale. Sono passati sette anni da quando Nero Carbone ha visto per l’ultima volta il suo quartiere: il Trieste-Salario, nel quadrante a nord della città. Sette anni di detenzione che gli sono serviti per stravolgere la sua vita e diventare, in segreto, difensore dello Stato. Ma ritornare nel luogo d’origine fa riaffiorare i ricordi e un tragico evento porta a galla un passato oscuro.
Chi ha ucciso Rosa Barella? Per vendicare la donna che gli ha fatto da madre, Nero dovrà scoprire dove si nasconde il famigerato fantasma di Ponte delle Valli. Trieste-Salario, Montesacro, Eur, Esquilino, Celio: la strada della vendetta passa da un capo all’altro della città, tra vecchie gang e criminali sanguinari, entrando nelle pericolose maglie della criminalità organizzata romana. Fin dentro le viscere della Città Eterna.
“C’è un filo rosa che taglia l’orizzonte quando gli sparo. È l’ultimo colpo, va dritto dove deve andare: più veloce del pensiero più futile, più definitivo di una condanna”.
La storia di Nero Carbone, che presto avrà un suo sequel, comincia da qui.
Liberamente ispirato a una storia vera, “Nell’ora più calda” è il noir insolito e inquietante di Daniela Mirisola, scrittrice di origini siciliane. Negli anni Settanta, in Sicilia, un paesino dell’entroterra viene sconvolto da una faida mafiosa per il controllo del territorio. Daniela Mirisola affida la narrazione di quei fatti drammatici a Rosita, una ragazzina di dodici anni, e al suo inseparabile diario. Da tre anni Rosita scrive di uccisioni, minacce, estorsioni, danneggiamenti, sequestri e suicidi visti con i suoi occhi di bambina. Da tre anni Rosita cerca Primula Rossa, il capomafia, che in paese ritengono responsabile di tutto ciò che avviene.
“A Darfudi c’erano anche i mafiosi, quelli che facevano morire le persone sotto le lenzuola bianche. Però io i mafiosi non li conoscevo”.
Come mai a Darfudi i morti ammazzati vengono subito coperti? Forse in ogni casa ci sono le “lenzuola da morto” pronte per essere utilizzate?
Ma, soprattutto, chi è Primula Rossa? Colui a cui gli uomini baciano le mani in piazza?
La verità affiora nelle ultime pagine del diario segreto di Rosita.
Da Milano alla Sicilia, questa estate viaggia con i nostri CommunityNoir, i noir glocal targati Typimedia.